Tanta, ancora, Viola!
“Io sono nato con la guerra e nessuno mi può fermare. Corro corro corro come questo treno facciatosta”.
Viola Ardone torna e ancora una volta ti strizza le viscere. Arriva con la storia di un bambino in guerra (la guerra più gettonata da chi contesta il movimento pro Gaza, ma questa è un’altra storia) e con una madre “mutilata”.
Porta con sé un esercito fatto di “badanti”, di preti belli, di persone che nel loro secondo o terzo tempo della vita cercano di riallacciare i fili strappati per migliaia di motivi e costruisce uno spaccato del nostro mondo, che visto con gli occhi di alcuni dei protagonisti, perde i colori sgargianti con cui lo vediamo noi e diventa opaco.
Un romanzo che, letto in questo preciso periodo, mi ha portato a creare tutta una serie di parallelismi che, ovviamente, non sono realistici, ma a cui mi tengo stretta (con Vita che è la mia Global sumud flottilla).
Una lettura bella, che porta a sperare: “Tanta ancora Viola”.